martedì 30 novembre 2010

L'Io Superiore, la Mente e il Personaggio


Quando da bambini abbiamo iniziato ad interagire con il mondo abbiamo inconsciamente cominciato a creare un personaggio che è andato via via concretizzandosi fino a diventare la principale immagine che diamo di noi stessi. Tutti ne abbiamo uno ed è a lui che deleghiamo la gestione di gran parte della nostra vita.

Questo meccanismo è del tutto naturale, solo che per funzionare bene deve avvenire a livello conscio e non a livello inconscio come purtroppo di solito accade. Di solito la mente prende il controllo identificandosi al 100% con il suo personaggio e tende a rifiutare il concetto che un “Io superiore” possa sorpassarla, per questo dobbiamo coinvolgerla nel processo in modo che possa capire che malgrado la loro intima relazione l'Io superiore (che risiede nel Cuore) e il personaggio sono due entità distinte: il primo concepisce il secondo e il secondo trae ispirazione dal primo. Nelle antiche religioni pagane e non solo esiste il concetto di “Nozze Sacre” durante le quali si celebrava l'unione fra il Creatore e la Sua Creazione e siccome “come in cielo così in terra” (vedi il post “conoscere il bagaglio della propria anima”), quando noi ci uniamo consapevolmente con il personaggio da noi creato non facciamo altro che celebrare le “Nozze Sacre” fra il nostro Io superiore e la sua creazione. E' questo, a mio avviso, il vero matrimonio indissolubile, quello che Dio ha unito, che nessun essere umano può sciogliere e che durerà “finché morte non ci separi”.

Usare un personaggio non vuol dire mentire perché quel personaggio lo abbiamo creato noi allo scopo di comunicare con il mondo; è roba nostra e fa parte di noi e quando cominciamo a considerarlo come un'entità distinta dal nostro Io superiore, allora, acquistiamo anche la preziosa capacità di “osservarci dal di fuori”, ci sarà più facile vederci con gli occhi degli altri e capire in cosa dobbiamo migliorare. Diventeremo meno intransigenti man mano che impareremo a prendere il nostro “ego” un po' meno sul serio, quando avremo capito che quella è solo la nostra parte esteriore e che in qualsiasi momento possiamo riscrivere il copione se, ad esempio, quello attuale non ci rappresenta più. Cambiare il personaggio non è difficile ed i risultati sono davvero sorprendenti.

CREARE UN PERSONAGGIO CONSAPEVOLE

Per iniziare dobbiamo “pensare con il Cuore” a come ci piacerebbe essere, immaginare il nostro “ideale” e visualizzarlo fin nei minimi dettagli: il modo di parlare, di muoversi, di ridere, il tipo di personalità, i sentimenti, le aspirazioni e tutto il resto. Non ci vorrà molto tempo perché tutto è già dentro di noi. Quando avremo un quadro completo del nostro personaggio allora avremo dato voce alla nostra anima e, allo stesso tempo, sarà come aver imparato a memoria un copione.

A questo punto potremo cominciare a “recitare”. Inizialmente faremo delle “prove” in casa, prima da soli, poi con l'aiuto di un'amica/o ed infine in mezzo alla gente.

La vera magia consiste nel fatto che in breve ci accorgeremo che non stiamo più recitando: il nostro personaggio ha acquistato una vita propria e viene nutrito direttamente dal nostro Io superiore che a sua volta si serve di lui per concretizzare la sua vita.

La mente potrà quindi assumere il suo ruolo naturale e cioè quello di organizzare i dati, immagazzinare le informazioni, tenere l'archivio aggiornato etc. un po' come un computer che esegue le operazioni per le quali lo abbiamo programmato e più una mente è aperta e più programmi si potranno inserire.

Creare consapevolmente il nostro personaggio ci rende molto più autentici sia ai nostri occhi che a quelli degli altri e sopratutto ci aiuta a raggiungere la padronanza di noi stessi liberandoci dai limiti del nostro “ego”.

Imparare a distinguere fra l'Io superiore, la mente e il personaggio significa creare una zona sicura, un porto franco, il nostro angolo di meditazione dove queste tre entità si incontrano, si accordano e poi si fondono. E' interessante notare l'analogia con il Mistero della Trinità. Ognuno di noi possiede nella sua natura questo mistero: Tre entità distinte che al tempo stesso sono Una sola inscindibile entità.

Infine questa consapevolezza ci consente di entrare ed uscire dal personaggio rendendo la nostra vita molto più leggera: Saremo in grado di prenderci una vacanza da noi stessi... e non è poco!

Pazzi o Illuuminati?


Non esiste una persona uguale ad un altra e credo sia per questo che l'umanità ha stabilito una traccia comune sulla quale basare i rapporti sociali ed economici, una linea di condotta che possa consentire interazioni anche fra individui molto diversi fra di loro. Queste interazioni sono di solito regolate dal lato razionale della nostra personalità per far si che le persone “parlino la stessa lingua”, l'unica che tutti hanno in comune: quella legata alla sfera immediatamente pratica e materiale.

Il guaio però è che quella che doveva essere solo una traccia è diventata sempre più sinonimo di “normalità” invadendo anche la sfera privata delle persone e ponendo un confine arbitrario fra ciò che è normale e ciò che non lo è. Ma chi può stabilire i limiti della mente umana pur sapendo che stiamo utilizzando solo una piccolissima parte del nostro cervello? Non certo la psichiatria!

Ci sono bambini che sentono voci, che vedono cose, che vivono in una “realtà separata” e hanno difficoltà a conciliarla con la visione condivisa dalla maggioranza delle persone. Le allucinazioni entrano prepotentemente nella loro mente e davanti ai loro occhi e spesso li spaventano. Questi bambini non hanno bisogno di essere “curati” ma di essere aiutati a comprendere quello che gli accade, dovrebbero imparare non solo a convivere con la loro diversità, ma anche ad usarla per il meglio. Alcuni di noi nascono così: non riescono ad adeguarsi a quella “traccia”, sono troppo spesso travolti da cose incomprensibili e pian piano si ritrovano a “navigare in solitario” non perché lo desiderino, ma perché non è facile trovare amici con cui condividere certi pensieri, esperienze, paure e preoccupazioni.

Questi bambini desiderano disperatamente essere come gli altri per trovare quel senso di appartenenza che gli è negato e questo anche perché di solito non c'è nessuno ad istruirli, a spiegargli che proprio quella cosa che li tormenta può e deve essere trasformata in “una marcia in più”. In effetti l'esperienza (e non solo la mia) mi ha dimostrato che per loro non ci sono che due alternative: Il sentiero dell'Illuminazione o il manicomio e questo perché l'energia derivante da un tale “dono” è così potente ed incontrollabile che se noi non la usiamo per evolverci e condividere ci si rivolterà contro con effetti assolutamente devastanti.

Inizialmente può essere molto difficile accettare il fatto che il nostro libero arbitrio sia ridotto a due sole opzioni, ci arrabbiamo e non vogliamo sentire ragioni, cerchiamo tutte le possibili scappatoie e ci sentiamo disperati: “Perché proprio a noi?” “Perché per gli altri è tutto meno complicato?” “Perché non possiamo scegliere quello che deve entrare nella nostra mente?” “Perché non possiamo chiudere la porta e lasciare fuori tutto ciò che ci rende diversi?” “Perché non possiamo essere lasciati in pace e vivere senza tutte quelle cose strane e indesiderate?”. Belle domande, solo che le risposte dobbiamo darcele noi. Un punto importante è che queste “doti” sono ereditarie, si trasmettono attraverso il sangue ed è per questo che di solito si vedono più persone di questo tipo nella stessa famiglia. E' interessante notare l'analogia con la “schizofrenia”.

Già, ma cos'è la schizofrenia? Malgrado le tante parole spese su questo argomento nessuno è riuscito a stabilirne l'origine. Ovviamente non ho la presunzione di stabilirla io, ma ho una teoria e, a mio avviso, un riferimento Kabbalistico ci si accorda perfettamente

La Kabbalah ci parla del “Velo della Misericordia” grazie al quale i nostri sensi non percepiscono tutti i suoni, i colori, gli odori e le onde di ogni tipo che affollano l'aria. Questa protezione ci consente di mantenere il controllo del nostro campo energetico, di pensare, agire e decidere senza dover sopportare continue interferenze provenienti da ogni parte, in poche parole ci consente di vivere la nostra vita. A volte quel velo può cadere per un breve periodo e questo accade non solo a chi ci nasce, ma anche a persone assolutamente normali, con l'assunzione di piante psicoattive o quando subiscono un evento traumatico (anche se in questi casi, non trattandosi di uno stato innato, può avere anche altri scopi, implicazioni ed alternative). Quando però, durante l'infanzia, il velo cade spontaneamente e ciclicamente credo sia solo per farci dare una sbirciatina a scopo educativo per poi ritornare alla “normalità” e la domanda è: “Perché?” e sopratutto “Dov'è l'utilità?” Sono queste le domande a cui dobbiamo dare una risposta. Dobbiamo cercare dentro di noi per scoprire in quale modo quello che ci accade può essere utile a noi stessi e agli altri. Capisco che, come ho detto prima, può farci arrabbiare l'idea di “essere usati”, ma prima ci rendiamo conto che non ci resta che arrenderci e meglio è. La buona notizia è che non appena “firmiamo la resa” e ci mettiamo a disposizione della Luce lasciandoci guidare, la vita diventa meravigliosa ed entusiasmante e anche le prove più difficili diventano strumenti di crescita, consapevolezza e comprensione.

La Kabbalah tuttavia ci spiega anche che il comportamento ostinatamente ripetuto ed errato di una persona può causargli la perdita del Velo della Misericordia e come una diga che si rompe libera una grande quantità di acqua, così il velo squarciato libererà un'enorme quantità di suoni, colori, odori e sapori che invaderà la sua mente impedendogli letteralmente di vivere la sua vita. Anche questa condizione è tipica negli schizofrenici, di loro la psichiatria dice che sono “senza difese” e che quindi ogni cosa o sentimento può travolgerli. Il nostro campo energetico è la nostra “barriera corallina” e se viene meno “l'oceano” ci travolge. Io credo che quando si rifiuta ripetutamente di accettare il proprio destino e addirittura lo si combatte, quel dono si trasforma in schizofrenia. Io credo anche che un semplice atto di abbandono, di disponibilità e di fiducia nella Luce sia sufficiente per riparare la falla creatasi nel campo energetico, ma se non lo fosse esistono dei rimedi naturali che, a differenza dei dannosissimi psicofarmaci, possono aiutare a ristabilire l'integrità del campo energetico senza intaccare o inibire le facoltà mentali. Non bisogna dimenticare che la schizofrenia non è una malattia fisica, non è rilevabile da nessuno strumento diagnostico, il problema non è nel corpo, ma nel pensiero e come tale va affrontato. Forse un illuminato non è altro che uno schizofrenico che ha scelto di studiare e condividere. Forse la schizofrenia è il punto di partenza e non di arrivo. Forse il problema è solo nella scelta: Pazzi o Illuminati?




martedì 23 novembre 2010

Essere "Single"


Essere single vuol dire saper badare a se stessi, essere autosufficienti sia sul piano pratico-economico che per quanto riguarda la sfera emotiva e spirituale. Un single è una persona che ha trovato il suo equilibrio e non ha bisogno di appoggiarsi ad un partner per affrontare la vita, non ha paura di prendersi la responsabilità delle proprie decisioni e così come ama la sua libertà, allo stesso modo non osa invadere quella altrui.

Essere single non vuol dire non amare, anzi, direi che è piuttosto la premessa per un amore sincero e disinteressato.
Se un single ama lo farà con rispetto e considerazione per l'indipendenza della persona amata in quanto consapevole del fatto che ogni manifestazione di egoismo o di possesso trasformerebbe un rapporto d'amore in un’alienante rapporto di "coppia".

Il filosofo Khalil Gibran nel suo libro “Il Profeta” parlando dell'Amore ha scritto: “Riempite ognuno la coppa dell'altra, ma non bevete dalla stessa coppa”, “Le colonne del tempio devono essere separate” e ancora “Un albero non cresce all'ombra di un altro”
Essere single significa prendere coscienza della propria unicità e della propria evoluzione personale.
Non si diventa single per una delusione o per sfiducia nei rapporti, ma per una coraggiosa voglia di crescere e di mettersi alla prova realizzando così le nostre aspirazioni più belle.

A parte tutto ciò, è naturale che ognuno di noi vorrebbe condividere la sua vita con la propria anima gemella, ma il punto è che non bisogna portare avanti una relazione che non funziona unicamente per non restare da soli e questo non solo per il nostro bene. La Kabbalah ci spiega che se noi blocchiamo in una relazione una persona che non è destinata a noi, noi roviniamo quattro vite in un colpo solo: Una è la nostra, la seconda è quella del nostro partner, la terza è quella della nostra anima gemella che ci sta cercando e la quarta è quella dell'anima gemella del nostro partner che lo/la sta cercando.

Ecco perché, a volte, essere single vuol dire anche essere saggi.

domenica 3 ottobre 2010

TOP KABBALAH BLOG AWARD 2010

Sono molto felice che il mio blog sia stato premiato, è stata una forte emozione e una grossa sorpresa visto che non sapevo neppure che esistesse una classifica.




sabato 2 ottobre 2010

IL POTERE DELLA PAROLA

Penso si possa affermare che le parole sono la colonna sonora della nostra vita. Tutti ne conosciamo l'importanza e sebbene siano talvolta causa di malintesi restano pur sempre un veicolo del quale non possiamo fare a meno. Le parole tuttavia non sono solo uno strumento di comunicazione fra gli esseri umani ma possiedono anche il potere di creare una realtà, certo non in modo così immediato ed eclatante come accade nelle favole quando si pronunciano le "parole magiche", ma diciamo piuttosto che gettano i semi di una realtà.
Se ad esempio nel nostro quotidiano abbiamo l'abitudine di lamentarci possiamo anche credere che ci lamentiamo a causa delle situazioni contingenti, ma cosa accadrebbe se ci dicessero che sono proprio i nostri lamenti a creare quella catena di situazioni contingenti?
Quando esprimiamo un'idea con le parole noi la concretizziamo, la rendiamo reale dandole una voce ed un posto nella nostra vita. Se esprimiamo pessimismo e rabbia seminiamo disgrazia, se esprimiamo depressione e sfiducia seminiamo dolore, se esprimiamo allegria ed ottimismo seminiamo fortuna, se esprimiamo amore e comprensione seminiamo sapienza, se esprimiamo saggezza e semplicità seminiamo giustizia.

IL LINGUAGGIO UMANO

Quando l'essere umano possedeva ancora l'immortalità il suo linguaggio era un Linguaggio di Potere perché Dio gli aveva "Insegnato i Nomi" di ogni cosa animata ed inanimata e questo gli dava la capacità di controllare e mantenere tutta la creazione.
Con la perdita dell'immortalità se ne andò anche il nostro potere di controllare la materia usando quelle parole che nel moderno immaginario collettivo sono conosciute come "parole magiche": Un immaginario fantastico che magari trae le sue origini proprio da un vago quanto inconscio ricordo collettivo.
Il fatto che questo antico Linguaggio non è più quello che usiamo tutti i giorni però non vuol dire che le nostre parole non hanno peso, come dicevo prima il loro effetto non è immediato ma sono comunque un seme che pian piano si trasformerà nel nostro piccolo Albero della Vita e più lo cureremo e più diventerà splendido.
Purtroppo con il tempo si è persa memoria di tutto questo e si parla senza dar troppo peso a quello che si dice pensando che tanto sono solo chiacchiere, parole che una volta uscite dalla bocca svaniscono comunque nel vento senza lasciare traccia... Eppure dentro di noi sappiamo che non è così...

PARLARE E' CREARE

Quando osserviamo una persona ci accorgiamo subito che la sua vita è lo specchio delle sue parole, naturalmente possiamo pensare che le sue parole scaturiscano dalla sua vita, ma se non fosse così? Se fosse la sua vita a scaturire dalle sue parole? E' scritto che Dio ci mette alla prova usando le nostre stesse parole e questo significa che dovremmo sempre essere coscienti di quello che diciamo (che poi è quello che creiamo) imparando a rispettare il Potere delle Parole e ad usarlo con intelligenza e amore.
Quando il nostro cuore si apre all'Amore Universale e pronunciamo parole di affettuosa saggezza, di comprensione e di spontanea simpatia oppure parole di giusto rimprovero o di sincere scuse, noi stiamo creando una realtà di Luce.
Ovviamente, malgrado le nostre ottime intenzioni, ci saranno ancora a volte quei 5 minuti in cui ci salteranno i nervi, ma l'importante è rendersene subito conto, fermarsi il prima possibile e scusarsi. Rinnegare ad alta voce tutto ciò che di sgradevole si è detto annullerà gli effetti dannosi delle nostre parole prima che possano compromettere la germinazione dei semi che abbiamo piantato.

SCRIVERE

Un altro modo per creare la nostra realtà è scrivere. Quando scriviamo siamo costretti a concentrarci, dobbiamo visualizzare le nostre idee nei minimi dettagli per poterle esprimere correttamente e questa concentrazione è esattamente ciò di cui abbiamo bisogno per conferire potere alla nostra energia creatrice. La cosa più importante tuttavia è la CONSAPEVOLEZZA perché se scriviamo con la consapevolezza che stiamo creando una realtà che in un modo o nell'altro è destinata a materializzarsi nella nostra vita, scriveremo di sicuro qualcosa che ci faccia star bene, che appaghi il nostro cuore, la nostra mente, il nostro corpo e la nostra anima. Qualcosa che contribuisca a migliorare la nostra vita e quella del mondo intorno a noi.

martedì 28 settembre 2010

Astrologia Kabbalistica

In una porzione della Torah (Bibbia) si parla a lungo delle 12 tribù di Israele e della loro differente dislocazione nell'accampamento nel deserto: Tre tribù ad est, tre tribù a sud etc. ma questa secondo la Kabbalah è una metafora che si riferisce alle 12 costellazioni ed alla loro posizione nel cielo e il nostro segno zodiacale rappresenta il DNA della nostra anima. L'umanità è stata creata per ricevere la Luce del Creatore, ma la Luce è potentissima e se la ricevessimo tutta in un colpo probabilmente ne saremmo inceneriti, per questo i pianeti e le stelle fungono da filtri permettendoci di riceverla senza danni, la loro funzione è quella di bloccarne la maggior parte consentendo solo ad una maneggevole porzione di raggiungerci nel mondo fisico. Le caratteristiche della porzione che riceviamo sono differenti per ogni mese/segno e quelle del periodo in cui siamo nati eserciteranno una maggiore influenza sulla nostra vita attuale perché, secondo la Kabbalah, è al momento della nascita (e precisamente con il prime respiro) che l'anima entra nel corpo fisico. Ma questo non è tutto: noi siamo influenzati dalle energie dei pianeti in ogni momento. Non è sufficiente conoscere le forze e le debolezze del nostro segno di nascita ma è anche importante conoscere quelle degli altri segni per avere un quadro completo delle influenze che si avvicendano nel corso dell'anno. Comprendere le caratteristiche di ogni segno ci permette di approfittare di volta in volta delle sue influenze positive e, al tempo stesso, di proteggerci da quelle negative, inoltre questa conoscenza ci permette di pianificare le nostre azioni indipendentemente dal quando siamo nati, ma utilizzando al meglio la particolare energia messa a disposizione da quel dato periodo dell'anno. L'Astrologia Kabbalistica è basata sul calendario ebraico che concilia il calendario solare con quello lunare creando una corrispondenza tra i due, ma, essendo questa corrispondenza approssimativa, è possibile che il segno di una persona sia differente nel calendario ebraico. Chi desiderasse sapere il suo segno zodiacale secondo il calendario ebraico può inviare una mail a: leah.avigdori@kabbalah.com (oppure al contatto mail di questo blog) indicando la propria data di nascita e specificando se si è nati prima o dopo il tramonto.

Correzioni Karmiche

L'Astrologia kabbalistica è anche in grado di dirci di quale segno zodiacale eravamo nella nostra precedente incarnazione e quali sono state le imperfezioni che siamo ora chiamati a correggere. Ognuno di noi ha un lavoro da fare qui ed ora, ma di solito quando veniamo al mondo continuiamo automaticamente a fare quello che facevamo nell'altra vita; non ci ricordiamo che siamo morti e che questa è un'opportunità tutta nuova. La Kabbalah sostiene che ognuno di noi è nato nel segno zodiacale più adatto a fornirci le qualità necessarie per portare a termine la nostra correzione.
Per avere la vostra correzione karmica non è necessario sapere il vostro segno secondo il calendario ebraico, basta inviare una mail al contatto mail di questo blog con la vostra data di nascita ed il vostro indirizzo e-mail specificando se siete nati prima o dopo il tramonto

sabato 15 maggio 2010

Comunicare col proprio corpo per mantenersi in buona salute

Le cose più evidenti passano spesso inosservate ma a volte sono le più illuminanti: Tutti noi conosciamo i segnali più comuni attraverso i quali il nostro corpo comunica con noi: Se guardando una persona negli occhi il nostro cuore comincia a battere all'impazzata comprendiamo che siamo innamorati; di fronte ad un pericolo una scarica di adrenalina ci dice che siamo spaventati e così via. Riconosciamo l'amore, la paura, la rabbia, il dolore, il disgusto e tutte le altre emozioni interpretando i segnali che il nostro corpo ci invia e questa è una cosa così evidente che ci abbiamo fatto l'abitudine. Sappiamo anche che quando siamo di buon umore ed in pace con noi stessi il nostro sistema immunitario è più forte “Mens sana in corpore sano”.

La cosa strana tuttavia è che purtroppo, quando il corpo invia segnali più dettagliati, moltissime persone cominciano a “prendere le distanze” e invece di decifrare il messaggio si comportano come se il loro corpo fosse improvvisamente diventato uno sconosciuto, un estraneo dal quale proteggersi, un nemico da tenere sotto controllo, magari ricorrendo alla medicina più spesso di quanto dovrebbero.

Ovviamente la medicina è una cosa buona (se usata solo in caso di assoluta necessità), ma non bisogna mai pensare che la scomparsa dei sintomi fisici significa che siamo guariti. Le “malattie” in realtà sono dei messaggi attraverso i quali il corpo ci comunica un suo disagio relativo ad uno specifico centro energetico (ogni organo corrisponde ad un chakra e la tabella dei chakra è facilmente reperibile su internet) e che si tratti di un blocco, di un conflitto interiore o di scelte di vita che non ci rappresentano, c'è comunque un lavoro da fare e dobbiamo farlo noi.

Quando usiamo una medicina per eliminare un sintomo è come se imbavagliassimo il nostro corpo e questo può andar bene a patto che usiamo il benessere ritrovato per comprendere il messaggio e operare nella nostra vita e nei nostri pensieri i cambiamenti necessari.

Se non lo facciamo il corpo ci manderà un altro messaggio (malattia) e più non lo ascoltiamo e più i segnali diventeranno invadenti e pesanti dal punto di vista clinico.

Consultare un medico non è sufficiente e sopratutto non ci esenta dalla responsabilità di rendere la nostra guarigione definitiva.

Io non ho l'abitudine di consultare il medico e neppure lo facevo per i miei figli quando erano piccoli. La mia conoscenza di solito era sufficiente e quando non bastava non consultavo un solo medico ma diversi (certamente non solo europei), poi studiavo il caso ed infine decidevo quale rimedio utilizzare, comunque non si trattava mai di medicinali allopatici forti o con controindicazioni perché come diceva Ippocrate: “Prima regola: “Non nuocere”). L'antibiotico è sparito da moltissimi anni dalla mia vita ed al suo posto uso la Propoli che è un antibiotico naturale e grazie al quale 15 anni fa ho sconfitto una grave setticemia in una sola settimana senza ricovero né altre medicine, ma coadiuvando l'azione del Propoli con il succo di erba di grano (che ero in grado di preparare con una macchinetta tipo tritacarne appositamente studiata per spremere i fili d'erba). Il succo di erba di grano è un potentissimo rigeneratore del sistema immunitario e quindi può essere utilizzato con successo per qualsiasi malattia. A volte mi è stato detto che non ho l'abitudine di andare dal medico perché generalmente non mi ammalo, ma io rispondo che se non mi ammalo è perché non vado dal medico.

Purtroppo in Italia (come in molti paesi europei) le Università di medicina insegnano “anatomia. sintomatologia e farmacologia ignorando completamente lo “stato di salute” che è invece una materia specifica ed essenziale nelle Università orientali. Lo stato di salute non è solamente l'assenza di malattie, ma l'insieme degli elementi che formano un perfetto rapporto psicofisico, rappresenta infatti sia l'armonia esistente fra un organo e l'altro che quella derivante da una corretta comunicazione fra la mente, l'anima e il corpo.

C'è un libro molto prezioso che oltre alla biografia ed ai pensieri dell'autrice (che fra l'altro si è auto guarita da un cancro all'utero rifiutando la chemioterapia) contiene anche una tabella con tutte le malattie specificando quale pensiero negativo le ha causate e qual'è il pensiero positivo da applicare per auto guarirsi. Il libro è:

Guarisci il tuo corpo” di Louise L. Hay. Il libro può essere acquistato on line e se volete potete anche vedere ed ascoltare alcuni suoi video su “You Tube”.

In alternativa potete scrivere al contatto mail del mio blog indicando la malattia ed io invierò la risposta al vostro indirizzo mail.



mercoledì 14 aprile 2010

Il Meteo dell'Anima


Così come il meteo ci aggiorna quotidianamente sul clima, il Centro Kabbalistico ci aggiorna quotidianamente sul tipo di energia che influenza le nostre vite. C'è tuttavia una notevole differenza: mentre il tempo atmosferico varia da un luogo all'altro, l'energia è la stessa su tutto il pianeta.Conoscere il meteo dell'anima è utile per sfruttare al meglio l'energia del giorno.In realtà io di solito lo guardo dopo e sopratutto nei periodi più intensi perché mi piace mettermi alla prova e vedere se il mio intuito ed il mio istinto hanno dato il massimo.

Per leggere quotidianamente l'aggiornamento kabbalistico seguite il link:

http://ilpoteredimenticato.110mb.com

mercoledì 17 marzo 2010

conoscere il bagaglio della propria anima

CONOSCERE IL BAGAGLIO DELLA PROPRIA ANIMA

Siamo tutti in viaggio e di sicuro non è la prima volta che viviamo in questo mondo: noi andiamo e torniamo diverse volte fino a che la nostra conoscenza ed evoluzione non sono pronte per il progetto finale; questo è quanto le maggiori fonti di informazione, e per maggiori intendo le più antiche, attendibili e dimostrabili, sostengono. I testi ai quali farò più spesso riferimento sono quelli Induisti e Kabbalisti. La “Kabbalah”, parola che in ebraico significa “Ricevere” e che consiste in una raccolta di testi decodificati, è il documento più antico, dettagliato e ricco di informazioni che non invita a credere, ma a sperimentare; è una fonte di conoscenza molto preziosa dalla quale hanno attinto non solo le filosofie e le religioni, ma anche la scienza. Ad esempio la famosa frase che tutti noi abbiamo sentito cantilenare come una filastrocca da quando eravamo bambini e cioè “come in cielo così in terra” non è un pezzo di “preghiera”, ma una vera e propria equazione matematica che ha guidato molti scienziati. I padri della filosofia e della scienza moderna erano studiosi di Kabbalah i cui scritti svelano la dinamica comportamentale dell’energia nei livelli superiori e dal momento che “come in cielo così in terra” gli scienziati hanno applicato le stesse norme per capire le leggi dell’energia e della fisica qui sul nostro pianeta. Non è un caso che le grandi scoperte sono avvenute tutte in un periodo alquanto circoscritto nella storia e cioè da quando le decodificazioni dei testi antichi sono state pubblicate e messe a disposizione delle menti artistiche e scientifiche più brillanti dell’epoca. Ora, sempre seguendo la stessa traccia, il primo argomento che toccherò sarà quello del nostro bagaglio. Prendiamo ad esempio un viaggio qualsiasi: quando arriviamo in aeroporto e consegniamo le valige al check-in sappiamo bene cosa c’è nelle nostre valige e se c’è qualche cosa che è soggetto a diverse condizioni di trasporto dobbiamo dichiararlo. Nessuno di noi accetterebbe di trasportare attraverso la dogana un bagaglio che non ci appartiene e del quale non conosciamo il contenuto perché sappiamo bene che potremmo trovarci in un mucchio di guai. Ora applicando l’equazione di cui abbiamo parlato prima è facile capire quanto sia importante sapere il contenuto del bagaglio della nostra anima per poterci avventurare sicuri e senza contrattempi nel viaggio della nostra vita attuale. Io desidero condividere il più ampiamente possibile tutte le informazioni che ho raccolto in molti, molti anni di studio, viaggi, ricerca … E soprattutto di esperienza personale. Per iniziare vorrei offrire a chi la desidera la conoscenza del bagaglio: per saperlo è sufficiente inviare al mio blog la data di nascita ed il vostro indirizzo e-mail ed io consultando il testo di astrologia Kabbalistica vi invierò la risposta. Ovviamente sarò disponibile anche per rispondere ad altre domande sui vari aspetti e le varie problematiche della vita, sia dal punto di vista spirituale e psicologico che dal punto di vista pratico e materiale, ma questo lo farò attraverso il blog perché, malgrado le nostre naturali diversità, tutti noi esseri umani, in fondo, non sogniamo altro che la felicità e non cerchiamo altro che il cammino per raggiungerla.

Una buona giornata a tutti voi. Ciao Dani.

martedì 16 marzo 2010

il potere dimenticato


IL POTERE DIMENTICATO

A volte la vita ci coglie impreparati. Ci sono momenti in cui ci sembra di non avere potere sugli eventi e di non poter fare altro che subirli passivamente o arrabbiarci contro il destino, la sfortuna oppure contro quella specifica catena di eventi indesiderati (ovviamente, perché quando sono desiderati non si lamenta mai nessuno). Non riusciamo a vedere e a decifrare quello che la vita sta cercando di dirci e questo ci fa scivolare in una specie di caos mentale che ci fa sentire amaramente impotenti. In realtà non è così. L’essere umano ha potere, non è una foglia al vento. Noi possiamo realizzare i nostri sogni così come possiamo aprire una cassaforte se ne conosciamo la combinazione. Ovviamente una combinazione va protetta, anche noi facciamo così: quando appuntiamo un numero di codice segreto lo confondiamo insieme ad altre cose che non c’entrano niente per sviare i malintenzionati in modo che solo chi sa dove cercare troverà la combinazione. Tutti noi esseri umani abbiamo per diritto di nascita quella combinazione solo che l’abbiamo relegata in soffitta, in cantina o addirittura buttata via insieme ad un sacco di altre cianfrusaglie inutili, così il più bel dono insito in tutti noi è stato catalogato sotto la voce: “Ma che credi ancora a babbo natale?” e quindi archiviato e dimenticato.

IL RISULTATO

Senza volerlo abbiamo gettato via, ben nascosta in un gran mucchio di immondizia dogmatica e moralista, la preziosa chiave che apre lo scrigno di tutte le benedizioni: il nostro Dono. In un modo o nell’altro quasi tutti noi a un certo punto lo abbiamo dimenticato, forse è accaduto quando abbiamo gettato via la nostra infanzia, o il nostro entusiasmo o i nostri sogni … insomma quando siamo diventati “adulti”.
Ora si tratta di recuperarlo e non è poi così difficile: è come una qualsiasi altra attitudine umana, come camminare, parlare, scrivere, lavorare etc., sono capacità già presenti alla nascita, ma bisogna imparare a metterle in pratica. Se un bambino cade non dice: “Il camminare è una fregatura” oppure: “Il camminare non fa per me”, ma si rialza e ci riprova con più attenzione, imparando dai suoi stessi errori fino a trovare il giusto equilibrio, diventando pian piano sempre più sicuro e molto spesso persino audace. E’ con questo spirito che otterremo grandi risultati.

COMBINAZIONE PER RIATTIVARE IL NOSTRO POTERE

-Il primo punto è recuperare la capacità di SENTIRE CON IL CUORE e per farlo dovrebbe essere applicata la stessa concentrazione che per imparare a camminare. Sentire con il cuore significa avere la consapevolezza di non essere isolati da tutto il resto, ma di essere parte integrante di un progetto molto più ampio che coinvolge tutta l’umanità. Bisogna essere coscienti che ogni nostra azione o pensiero può migliorare o peggiorare il mondo in cui tutti viviamo. Purtroppo, quando siamo diventati adulti ci hanno insegnato che dovevamo diventare “pratici” ed imparare a “farci largo” nella giungla della vita, nel migliore dei casi ci hanno insegnato ad essere leali con la famiglia, gli amici, e magari anche con gli sconosciuti, ma in quanto ai nemici … beh, a un nemico, in fondo, una carognata si poteva anche fare. Il punto è che in realtà tutte queste distinzioni non esistono perché quando facciamo una carognata o semplicemente lasciamo nella merda un nemico, in realtà noi stiamo danneggiando noi stessi perché l’energia che scaturisce dalla nostra azione va immediatamente a disturbare la ricezione dei segnali che la Luce ci invia continuamente attraverso il nostro cuore. Sono certa che molti di voi sanno di che cosa sto parlando e quanto possano essere dolorosi black-out di questo tipo. Io credo che le persone che conoscono questa sensazione sono fortunate perché vuol dire che hanno sperimentato la Luce con la sua gioia, la sua pace e la sua serenità perciò quando viene a mancare soffrono per la sua assenza. Altre persone meno fortunate, invece, sono così abituate all’oscurità con la sua ansia, le sue paure e le sue incertezze che riescono a malapena ad immaginare una Luce capace di dissipare il caos dalla mente. Invece questa Luce è già dentro di noi e non aspetta che di essere attivata. Noi abbiamo un grande potere, ma è necessario uscire dalla ristrettezza del nostro “io” e farlo diventare un “noi” e siccome come si dice “L’unione fa la forza” ci accorgeremo che la vita diventa più leggera e tante cose che prima ci sembravano irraggiungibili le troveremo lì a portata di mano.

- Il secondo punto è L’APPREZZAMENTO: bisogna amare la vita per ricevere le sue benedizioni, non dobbiamo prendere nulla per scontato. Tutto comincia quando iniziamo a provare gratitudine per quello che abbiamo già e a benedire la LUCE per avercelo concesso ed è questo slancio che apre un varco per continuare a ricevere. L’unica condizione richiesta è quella di non attaccarci a quelle cose o persone fino al punto di dimenticare la Fonte che le ha fatte zampillare nella nostra vita. Noi possiamo godere di ogni benedizione a patto che si sia pronti a condividerla il più possibile con il nostro prossimo e questo non perché dobbiamo essere buoni e altruisti, ma perché, come sostiene la Kabbalah, è una questione tecnica:

-CONDIVIDERE significa non interrompere il flusso dell’ENERGIA, un po’ come la CORRENTE ELETTRICA: quando usiamo un interruttore per interrompere il flusso della corrente la luce si spegne, ma se poi riattiviamo il circuito ecco che la luce si riaccende. E cosa accadrebbe se le SCATOLE di DERIVAZIONE decidessero di non condividere più? Ovviamente ci ritroveremmo con tutta la casa al buio. Quindi non è una questione di essere buoni o cattivi, ma semplicemente di accendere o spegnere un interruttore o di collegare o scollegare i fili in una scatola di derivazione. Non c’è molta differenza fra noi e una scatola di derivazione … quanto meno il funzionamento è un po’ lo stesso: entrambi riceviamo e diamo energia, ma per funzionare entrambi abbiamo bisogno di essere collegati e il nostro collegamento naturale è l’AMORE perché è quella la forza che ci spinge alla condivisione. La vita parla il linguaggio dell’Amore e non risponde ad altro che alle sollecitazioni che vengono dal cuore.

Queste sono le basi per costruire una vita che ci renda sereni ed appagati. Come dice un mio amico molto speciale: ”It’s a long way to go but is not far”, sembra un paradosso ma è la verità, tutte le cose sono lì per noi, non lontane ma la strada è lunga. Noi possiamo fare tutti i piani del mondo, ma dobbiamo lasciare spazio alla Luce del Creatore perché entri e ci guidi verso la meta attraverso strade ed opportunità che, seppure non sempre ci sembrino pertinenti con le nostre richieste, ci condurranno esattamente là dove vogliamo essere ed è per questo che, anche nei momenti peggiori, è necessario non perdere fiducia nella riuscita.

IMPARARE A CHIEDERE

“I King” dicono: “Poiché i desideri velano a noi stessi la cosa desiderata, i doni discendono dal cielo nella loro propria forma”. Quando noi chiediamo qualcosa tendiamo ad isolarla dal suo contesto e a concentrarci solo sul particolare che ci sta a cuore, non ci rendiamo sempre conto che il nostro desiderio fa parte di un pacchetto che non possiamo separare per poi prendere solo quello che ci piace e lasciare il resto. Accade spesso che quando otteniamo quello che vogliamo non è proprio come ce lo eravamo immaginati e la soddisfazione non dura poi così a lungo, e allora cosa facciamo? Beh, di solito esprimiamo un altro desiderio e poi un altro ancora e così via finché non siamo stufi e smettiamo di chiedere. Questa tuttavia non è una soluzione, la soluzione, invece, è: SAPERE COSA CHIEDERE e per riuscirci dobbiamo prima di tutto conoscere a fondo noi stessi , i nostri sogni, le nostre aspirazioni, il nostro carattere e, ovviamente, il bagaglio della nostra anima. Solo avendo un quadro molto preciso di noi stessi possiamo capire quello che davvero fa per noi ed è in grado di darci un appagamento che non si esaurisca; se non siamo sicuri di chiedere la cosa giusta, allora è meglio partire dal risultato: chiedere l’appagamento senza specificare cosa per cosa e mantenerci aperti a tutte le possibilità, così facendo i nostri desideri “imprecisi” non avranno modo di ostacolarci e quando le cose giuste per noi si presenteranno il nostro cuore non avrà difficoltà a riconoscerle.

Noi abbiamo a disposizione tutti gli strumenti per migliorare la nostra vita e quella di tutta l’umanità, dobbiamo solo ricordarci ogni giorno di possedere questo grande Dono ed imparare ad usarlo con saggezza.